
Alessandro Nazzi
La
profondità che si raggiunge nell'autoritratto è proporzionale alla volontà di
mettersi in gioco. La difficoltà sta nel riconoscersi e nell'accettare che quella
immagine possa lasciare traccia indelebile dell'intimo stato d'animo. Dunque la
paura di svelarsi e di svelare è anche lo scopo del lavoro auto-ritrattistico,
che si completa con l'apparente distacco del ritratto, dal quale non appare
altro che la conferma di un’intima serenità.