
Daniela Delli Zotti
Volevo capire come
fotografare qualcuno senza il teleobiettivo. Mi è stato chiaro che serviva la
collaborazione del soggetto, e per alcuni è veramente complesso lasciarsi
“immortalare”. Facilitata in questo caso dall’obbligo di posare imposto a noi
tutti, per cui tutti siamo stati corsisti/soggetti, ritengo di aver trovato una
buona intesa ed i giusti punti di vista. Ho voluto scegliere in questo caso il
bianco e nero, che meglio si adattava a mio giudizio alla personalità di chi mi
sono trovata di fronte.
Non avevo grande
interesse per l’autoritratto, o per meglio dire per me stessa, ma ho comunque
provato ad immaginare la ripresa come un avvicinamento per gradi e con l’aiuto
della sfocatura, più o meno forte e più o meno parziale. Credo di aver ottenuto
una buona immagine di quella che io sono (o per meglio dire penso di essere).
Ho scelto il colore, perché il mio prozio diceva sempre che era stato molto fortunato a perdere la vista non da bambino perché così poteva ricordarsi i colori e quindi immaginarli. Ho voluto molto bene allo zio Nino e mi ha influenzato molto. Sono felice di vivere a colori, io sono a colori.
Sul ritratto di un conoscente ho ottenuto un paio di scatti a mio parere efficaci, ne ho scelto uno per la particolarità della posizione. In questo caso il bianco e nero mi è parso naturale, visti i non-colori di quello che vedevo.
Ho scelto il colore, perché il mio prozio diceva sempre che era stato molto fortunato a perdere la vista non da bambino perché così poteva ricordarsi i colori e quindi immaginarli. Ho voluto molto bene allo zio Nino e mi ha influenzato molto. Sono felice di vivere a colori, io sono a colori.
Sul ritratto di un conoscente ho ottenuto un paio di scatti a mio parere efficaci, ne ho scelto uno per la particolarità della posizione. In questo caso il bianco e nero mi è parso naturale, visti i non-colori di quello che vedevo.