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Daniela Delli Zotti
No More Eastern European Time Zone


La Turchia cambia fuso orario: dal 30 Ottobre 2016 gli orologi segnano l’ora della Mecca
Un cambiamento dettato dalla necessità del risparmio energetico? Oppure no.
Un baricentro ormai spostato lontano dall’Europa e dall’occidente?
La Turchia si posiziona alla stessa ora della Russia (segnando oltre che il passare del tempo anche l’avvicinamento a Putin), dell’Iraq, dell’Arabia Saudita. Un gesto dal forte significato politico in una nazione dove l’islam è sempre più presente nella gestione dello stato, fino a pochissimi anni fa strettamente laico.
Dove l’ondata di arresti per le collusioni, o presunte tali, con il golpe, o presunto tale, attribuito a Fethullah Gülen di Luglio o per i legami, reali o meno, con il PKK ha raggiunto ormai proporzioni enormi.
Un paese di molti paesi, di molte genti, occhi azzurri e capelli biondi mescolati a occhi scuri e carnagioni olivastre, dove la lingua tradotta in alfabeto latino ha i suoni delle lingue delle steppe asiatiche, suoni duri. Un paese in cui si prega in arabo.
Un paese che si sta coprendo con veli e barbe, in un nazionalismo portato all‘estremo. Un paese dove per il mese successivo al fallito colpo di stato ogni sera la gente scende in piazza, in strada caroselli di auto e camion, frastuono di clacson e grida, il tutto avvolto da sventolanti, enormi e sterminate bandiere rosse.
Da Novembre 2016, dunque, tutti gli orologi della Turchia rimarranno sempre allineati con quelli della Mecca. In una sempre più marcata identificazione nell’islam sunnita wahabita, quello dell’Arabia Saudita, dove alle donne ad esempio non è consentito neanche guidare. Ed infatti fanno la loro comparsa in numero sempre più consistente le donne coperte dal niqab, il velo integrale nero, spesso abbinato anche ai guanti, tradizione importata. Accompagnate, a volte, da uomini con lunghe barbe e teste coperte, spesso con diverse donne al seguito e nidiate di bambini.
Nella laica Turchia dove le donne abitualmente indossavano coloratissimi fazzolettoni a fiori, scoperto il collo e spesso anche le braccia e le gambe. Retaggio ormai solo di donne anziane, le giovani che si coprono utilizzano comunque il velo che copre interamente collo, ed abiti che coprono braccia e gambe. In un contrasto sempre più forte con quelle che invece si abbigliano all’occidentale, e che iniziano a temere di non poter a lungo poter continuare a farlo. Aumentano gli episodi di aggressioni a donne troppo poco coperte da parte di credenti ferventi e rigidi.
E nei giorni del cambio di fuso orario scattano gli arresti all’ultimo giornale laico e di sinistra dichiaratamente contro il governo. Direttore, amministratore, giornalisti, vignettista, arrestati o in fuga all’estero.
Sempre ad inizio Novembre 2016 si riparla di pena di morte. D’altra parte richiesta a gran voce dal popolo turco. Il popolo che urla in piazza ed inneggia al suo nuovo sultano.
Il paese che era il paese dei turisti di ogni parte d’Europa, ammaliati dalla storia di Istanbul/Costantinopoli/Bisanzio , a cavallo tra occidente ed oriente. Accecati dal mare turchese della costa mediterranea. Sconvolti dalle città greche della costa egea, meravigliose ed affascinanti. Colpiti dalla dolce Smirne dai bei tramonti e dal chilometro di locali sul mare. Innamorati della Cappadocia e delle sue chiese rupestri. I turisti che non ci sono più. Perché il paese ormai non è più attrattivo per gli occidentali. In parte spaventati dalla deriva islamica, in parte terrorizzati dai numerosi attentati terroristici di matrice islamica e non che si sono susseguiti nel paese.
E la favola che la ormai zoppicante Europa si racconta, ovvero quella di una Turchia che vuole entrare a farne parte, che ormai questo cambio di fuso orario suggella come utopia morta, se non nelle illusioni di pochi.

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