
Corso Avanzato 'Fotografia di Architettura o Architettura Fotografata?'
Docente: Alberto Moretti
Novembre 2014
Novembre 2014
La
gran parte della produzione fotografica di architettura è assimilabile alla
fotografia industriale di prodotto; ma la fotografia d’architettura non è la
traduzione in immagine del progetto architettonico, è l’analisi di ciò che
muove intorno a sé e che muove dentro in noi.
Se prendiamo a riferimento i maestri della fotografia che si sono dedicati all’architettura, non ne troveremo uno solo che non abbia inserito il manufatto in una propria visione estetica originale, interiorizzandolo e trasformandolo in qualcos’altro, in cui progetto ed edificio hanno “solo” avuto il ruolo di produrre reazioni creativeCorso si propone di affrontare gli aspetti storici e contemporanei, tecnico-formali e concettuali inerenti l'evoluzione della rappresentazione iconografica della natura morta nell'ambito delle arti visive.
I dagherrotipi del “fotografo francese sconosciuto” che John Ruskin comprò tra il 1845 e il 1856, fatti in Italia e Francia, sono certamente tra le più significative fotografie d’architettura che la storia dell’arte abbia tramandato; non tanto per le loro caratteristiche iconografiche quanto per il loro significato.
È proprio questo significato, che sarà analizzato durante la prima lezione, che aprirà le porte a una visione e a una pratica della fotografia di architettura in cui sarà il fotografo al centro del ciclo fotografico, non l’architettura stessa.
Durante le lezioni del corso si motiverà e s’insegnerà che non deve essere la costruzione a guidare il gesto fotografico ma una visione individuale della fotografia ad appropriarsi dell’architettura.
Se però la Fotografia è un modo per esprimere se stessi e non una mera documentazione dell’esistente - per quanto anche questa provenga da sensibilità e capacità individuali – è necessario individuare in ciascun fotografo quale sia il suo approccio umanistico al mondo circostante e alla sua parte costruita.
Se prendiamo a riferimento i maestri della fotografia che si sono dedicati all’architettura, non ne troveremo uno solo che non abbia inserito il manufatto in una propria visione estetica originale, interiorizzandolo e trasformandolo in qualcos’altro, in cui progetto ed edificio hanno “solo” avuto il ruolo di produrre reazioni creativeCorso si propone di affrontare gli aspetti storici e contemporanei, tecnico-formali e concettuali inerenti l'evoluzione della rappresentazione iconografica della natura morta nell'ambito delle arti visive.
I dagherrotipi del “fotografo francese sconosciuto” che John Ruskin comprò tra il 1845 e il 1856, fatti in Italia e Francia, sono certamente tra le più significative fotografie d’architettura che la storia dell’arte abbia tramandato; non tanto per le loro caratteristiche iconografiche quanto per il loro significato.
È proprio questo significato, che sarà analizzato durante la prima lezione, che aprirà le porte a una visione e a una pratica della fotografia di architettura in cui sarà il fotografo al centro del ciclo fotografico, non l’architettura stessa.
Durante le lezioni del corso si motiverà e s’insegnerà che non deve essere la costruzione a guidare il gesto fotografico ma una visione individuale della fotografia ad appropriarsi dell’architettura.
Se però la Fotografia è un modo per esprimere se stessi e non una mera documentazione dell’esistente - per quanto anche questa provenga da sensibilità e capacità individuali – è necessario individuare in ciascun fotografo quale sia il suo approccio umanistico al mondo circostante e alla sua parte costruita.