Il Lungo Addio 2010
Mostra organizzata con la collaborazione del CFF.
Udine, Galleria Tina Modotti, 30 ottobre 2010 - 9 gennaio 2011
Leggi i commenti dei visitatori.
Udine, Galleria Tina Modotti, 30 ottobre 2010 - 9 gennaio 2011
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Il Lungo Addio - Der Lange Abschield.
“Dedicato
a tutti gli italiani e le italiane che sono venuti in Svizzera a lavorare e a
vivere” .
Così si apre “Il lungo addio – Der lange Abschied”, il volume fotografico sull’emigrazione italiana in Svizzera nel dopoguerra, sul quale è basata la mostra fotografica tenutasi alla Galleria Tina Modotti dal 30 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011. L’esposizione, è stata curata da Dieter Bachmann, direttore dell’Istituto svizzero di Roma, in collaborazione con Dagmar Müller e Helga Leiprecht.
Quella dell’immigrazione italiana in Svizzera è una storia dai risvolti molte volte dolorosi, una storia spesso a lieto fine ma che passa attraverso pagine nere che parlano di xenofobia, di leggi opprimenti, di umiliazione e rifiuto. “Non esito a usare anche la parola vergogna per le difficoltà a cui spesso gli stranieri venivano sottoposti in Svizzera”, dice Bachmann. Fra il 1950 e il 1970 furono complessivamente fra i 3 e i 4 milioni gli italiani che emigrarono verso la Svizzera: venivano dal profondo sud ma anche dal centro Italia e molti dal Veneto e dal Friuli.
La mostra documenta il loro destino, li accompagna nel viaggio che cambia loro la vita, dal luogo d’origine a quello di arrivo: dalle valigie di cartone legate con lo spago, alle interminabili attese sulle banchine delle stazioni o alla visita medica. E dopo molto lavoro finalmente l’integrazione, lenta ma inesorabile. Dai movimenti sindacali ai momenti di festa, le prime comunioni, i concorsi canori, le partite di calcio. E infine il ritorno in Italia, la casa e i mobili nuovi, il benessere. Un lungo addio prima, un lungo addio dopo: in entrambi la triste nostalgia della separazione, delle partenze.
Da 500 foto selezionate, molte delle quali giacevano negli archivi o nei cassetti delle agenzie, e dall’incontro tra fotografi svizzeri e italiani, una quarantina in tutto, il catalogo ne ha pubblicate 138: dalla prima, datata 1943, che documenta l’arrivo dei primi profughi italiani, all’ultima, del 1999, che ritrae dei profughi algerini. Un altro lungo addio, una storia che ricomincia.
La mostra è stata organizzata dai Civici Musei e dalle Gallerie di Storia ed Arte di Udine, con il coordinamento di Silvia Bianco e la collaborazione del Circolo Fotografico Friulano, del Museo Valtellinese di storia e arte e del Servizio Museo di Sondrio.
Immagini di: Giancolombo, Franco Pinna, Nicola Scafidi, Uliano Lucas, Gianni Berengo Gardin, Bernhard Moosbrugger, Tano d'Amico, Anita Niesz, Peppino, Rob Gnant, Hans Tschirren, Andreas Wolfensberger, Hans Baumgartner.
Così si apre “Il lungo addio – Der lange Abschied”, il volume fotografico sull’emigrazione italiana in Svizzera nel dopoguerra, sul quale è basata la mostra fotografica tenutasi alla Galleria Tina Modotti dal 30 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011. L’esposizione, è stata curata da Dieter Bachmann, direttore dell’Istituto svizzero di Roma, in collaborazione con Dagmar Müller e Helga Leiprecht.
Quella dell’immigrazione italiana in Svizzera è una storia dai risvolti molte volte dolorosi, una storia spesso a lieto fine ma che passa attraverso pagine nere che parlano di xenofobia, di leggi opprimenti, di umiliazione e rifiuto. “Non esito a usare anche la parola vergogna per le difficoltà a cui spesso gli stranieri venivano sottoposti in Svizzera”, dice Bachmann. Fra il 1950 e il 1970 furono complessivamente fra i 3 e i 4 milioni gli italiani che emigrarono verso la Svizzera: venivano dal profondo sud ma anche dal centro Italia e molti dal Veneto e dal Friuli.
La mostra documenta il loro destino, li accompagna nel viaggio che cambia loro la vita, dal luogo d’origine a quello di arrivo: dalle valigie di cartone legate con lo spago, alle interminabili attese sulle banchine delle stazioni o alla visita medica. E dopo molto lavoro finalmente l’integrazione, lenta ma inesorabile. Dai movimenti sindacali ai momenti di festa, le prime comunioni, i concorsi canori, le partite di calcio. E infine il ritorno in Italia, la casa e i mobili nuovi, il benessere. Un lungo addio prima, un lungo addio dopo: in entrambi la triste nostalgia della separazione, delle partenze.
Da 500 foto selezionate, molte delle quali giacevano negli archivi o nei cassetti delle agenzie, e dall’incontro tra fotografi svizzeri e italiani, una quarantina in tutto, il catalogo ne ha pubblicate 138: dalla prima, datata 1943, che documenta l’arrivo dei primi profughi italiani, all’ultima, del 1999, che ritrae dei profughi algerini. Un altro lungo addio, una storia che ricomincia.
La mostra è stata organizzata dai Civici Musei e dalle Gallerie di Storia ed Arte di Udine, con il coordinamento di Silvia Bianco e la collaborazione del Circolo Fotografico Friulano, del Museo Valtellinese di storia e arte e del Servizio Museo di Sondrio.
Immagini di: Giancolombo, Franco Pinna, Nicola Scafidi, Uliano Lucas, Gianni Berengo Gardin, Bernhard Moosbrugger, Tano d'Amico, Anita Niesz, Peppino, Rob Gnant, Hans Tschirren, Andreas Wolfensberger, Hans Baumgartner.