
Il Treno e La Notte
Il nostro vissuto quasi impercettibilmente cambia di notte rispetto il giorno: ciò che di giorno ci appare reale, la stessa cosa di notte si trasforma in entità fantastica, proiettata in una dimensione irreale, tutta da decifrare.
La notte è quella promessa di Dio che sempre tu aspetti, che ancora non conosci nella sua interezza ma che sei sempre maledettamente tentato di toccare “appena appena ”con la mano. La notte parte con le sembianze della morte, di ciò che ancora non conosce ma che tuttavia maledettamente ti affascina.
Proprio così, la notte ci colpisce perché stimola maggiormente la nostra emozione: in lei è più facile scoprire la dimensione trascendente di ogni essenza, cosi come nel divino come nell’umano.
La notte è il momento più propizio per l’ispirazione dei poeti, artisti, geni e qualunque altro essere umano: l’ispirazione allora non è che il presupposto necessario a una nuova creazione. La creazione di un’opera è sempre il riflesso di un pericolo di ciò che appare parallelamente su scala Cosmica. La notte insomma è il momento più adatto per il comprendersi di questa magia. In essa si creano le condizioni perché l’umano possa realizzare il collegamento con la sua dimensione interiore più profonda. Altrimenti la notte ha il potere di drammatizzare una grande parte del nostro vissuto proprio perché sa ridurre tutto alla sua essenzialità: non c’è cosa all’ approssimarsi delle tenebre che i colori perdano gradualmente la loro intensità, la loro brillantezza a poco a poco si affievolisce per lasciare il posto ai grigi secondo una scala cronometrata sempre meno distinta sino all’ inesorabile prevalenza del buio. Tutto ciò drammatizza anche i nostri sentimenti, ci mostra una realtà attraverso una dimensione universale, quasi fatale, ci fa insomma ritornare ad essere quei bambini che un tempo eravamo carichi di tutte le nostre paure, quelle paure che rendevamo definitivamente smarrite e che purtroppo sono destinate a dare un profilo peculiare ad ogni nostro percorso individuale. Dal conto suo un viaggio di notte porta con se una corsa emozionale più forte di quanto possa offrire un viaggio diurno, cosicché il treno diventa quel gigante meccanico capace di proteggerci, rassicurarci, accompagnarci solamente a destinazione fino alle prime luci del mattino seguente: la vecchia locomotiva magari arrugginita e abbondante riesce comunque a dimostrarci che fra i simboli relativi al fenomeno del viaggio il freno rimuove il più potente perché il suo percorso non conosce incertezza: le rotaie seguono con precisione la via e sempre e soltanto in avanti: ciò che conta è l’andarsene comunque avanti cosicché tutto contribuisce a far riemergere alcuni fondamentali: la volontà a battersi nella decisione del progresso e del futuro, sempre sulla strada di una continua evoluzione del cammino dell’umanità.
La notte insomma è il momento del “TRIP” è il momento del viaggio anche in tutte le altre dimensioni come riflessione, meditazione e sonno.
Anche se rimaniamo svegli il fantasma della notte ci presenta l’altra faccia della realtà del viaggio: il mondo circostante è il medesimo ma l’atmosfera creata dal buio e dalla figura del treno che implacabilmente penetra in queste tenebre è radicalmente cambiata: siamo ormai entrati nel regno del silenzio e il silenzio possiede una impareggiabile magia: il mistero. La magia ha una sua vibrazione e non è facile fotografare questa vibrazione ma ci si può provare…….
La notte è tutto al più assimilabile alla barca di Caronte, quella barca destinata a condurci nei momenti dell’irreale.
Rendere un sogno o una situazione da sogno con una foto, questo forse è più facile.
La notte è quella promessa di Dio che sempre tu aspetti, che ancora non conosci nella sua interezza ma che sei sempre maledettamente tentato di toccare “appena appena ”con la mano. La notte parte con le sembianze della morte, di ciò che ancora non conosce ma che tuttavia maledettamente ti affascina.
Proprio così, la notte ci colpisce perché stimola maggiormente la nostra emozione: in lei è più facile scoprire la dimensione trascendente di ogni essenza, cosi come nel divino come nell’umano.
La notte è il momento più propizio per l’ispirazione dei poeti, artisti, geni e qualunque altro essere umano: l’ispirazione allora non è che il presupposto necessario a una nuova creazione. La creazione di un’opera è sempre il riflesso di un pericolo di ciò che appare parallelamente su scala Cosmica. La notte insomma è il momento più adatto per il comprendersi di questa magia. In essa si creano le condizioni perché l’umano possa realizzare il collegamento con la sua dimensione interiore più profonda. Altrimenti la notte ha il potere di drammatizzare una grande parte del nostro vissuto proprio perché sa ridurre tutto alla sua essenzialità: non c’è cosa all’ approssimarsi delle tenebre che i colori perdano gradualmente la loro intensità, la loro brillantezza a poco a poco si affievolisce per lasciare il posto ai grigi secondo una scala cronometrata sempre meno distinta sino all’ inesorabile prevalenza del buio. Tutto ciò drammatizza anche i nostri sentimenti, ci mostra una realtà attraverso una dimensione universale, quasi fatale, ci fa insomma ritornare ad essere quei bambini che un tempo eravamo carichi di tutte le nostre paure, quelle paure che rendevamo definitivamente smarrite e che purtroppo sono destinate a dare un profilo peculiare ad ogni nostro percorso individuale. Dal conto suo un viaggio di notte porta con se una corsa emozionale più forte di quanto possa offrire un viaggio diurno, cosicché il treno diventa quel gigante meccanico capace di proteggerci, rassicurarci, accompagnarci solamente a destinazione fino alle prime luci del mattino seguente: la vecchia locomotiva magari arrugginita e abbondante riesce comunque a dimostrarci che fra i simboli relativi al fenomeno del viaggio il freno rimuove il più potente perché il suo percorso non conosce incertezza: le rotaie seguono con precisione la via e sempre e soltanto in avanti: ciò che conta è l’andarsene comunque avanti cosicché tutto contribuisce a far riemergere alcuni fondamentali: la volontà a battersi nella decisione del progresso e del futuro, sempre sulla strada di una continua evoluzione del cammino dell’umanità.
La notte insomma è il momento del “TRIP” è il momento del viaggio anche in tutte le altre dimensioni come riflessione, meditazione e sonno.
Anche se rimaniamo svegli il fantasma della notte ci presenta l’altra faccia della realtà del viaggio: il mondo circostante è il medesimo ma l’atmosfera creata dal buio e dalla figura del treno che implacabilmente penetra in queste tenebre è radicalmente cambiata: siamo ormai entrati nel regno del silenzio e il silenzio possiede una impareggiabile magia: il mistero. La magia ha una sua vibrazione e non è facile fotografare questa vibrazione ma ci si può provare…….
La notte è tutto al più assimilabile alla barca di Caronte, quella barca destinata a condurci nei momenti dell’irreale.
Rendere un sogno o una situazione da sogno con una foto, questo forse è più facile.