
Nella Festa
L'alba è segnata dallo sparo di 21 colpi a cannone, avvertimento per la cittadinanza ed i devoti che i festeggiamenti hanno avuto inizio. Dalle stradine del paesino ibleo inizia a sprigionarsi l'odore della profumatissima lavanda che a Palazzolo viene detta “spica ri San Paulu”, che viene offerta in gran quantità al santo e benedetta viene distribuita in piccoli mazzi ai fedeli.
Verso le nove si muove “u carrettu ro pani” trainato a mano per le vie del paese. Un corteo di cavalieri, bande musicali e devoti accompagna un semplice carro in legno per effettuare la raccolta del pane per le vie principali della cittadina. Quello che viene raccolto non è un semplice pane ma un pane realizzato appositamente per la festa, le tradizionali “Cuddure”. Grandi pani votivi a forma di ciambella decorati con uno o più serpenti a rilievo. La loro origine è da cercare nell'antica civiltà contadina siciliana e nel fatto che la festa di San Paolo cade nei primi giorni d'estate e nel momento della mietitura dei campi. Nella calura delle giornate di lavoro era facile, e lo è tutt'ora, essere morsi da serpenti ed in particolare vipere, diffusissime nella zona degli iblei. Quindi le grosse ciambelle di pane con il serpente sopra fungono da ex voto portati dai devoti per essere protetti. Una tradizione secolare che ancora oggi stupisce per le enormi quantità di pane che viene raccolto e benedetto all'incanto del pronao della chiesa e poi venduto attraverso la cosiddetta “asta ro pani”.
Verso le nove si muove “u carrettu ro pani” trainato a mano per le vie del paese. Un corteo di cavalieri, bande musicali e devoti accompagna un semplice carro in legno per effettuare la raccolta del pane per le vie principali della cittadina. Quello che viene raccolto non è un semplice pane ma un pane realizzato appositamente per la festa, le tradizionali “Cuddure”. Grandi pani votivi a forma di ciambella decorati con uno o più serpenti a rilievo. La loro origine è da cercare nell'antica civiltà contadina siciliana e nel fatto che la festa di San Paolo cade nei primi giorni d'estate e nel momento della mietitura dei campi. Nella calura delle giornate di lavoro era facile, e lo è tutt'ora, essere morsi da serpenti ed in particolare vipere, diffusissime nella zona degli iblei. Quindi le grosse ciambelle di pane con il serpente sopra fungono da ex voto portati dai devoti per essere protetti. Una tradizione secolare che ancora oggi stupisce per le enormi quantità di pane che viene raccolto e benedetto all'incanto del pronao della chiesa e poi venduto attraverso la cosiddetta “asta ro pani”.