FOTOGRAFARE LA CITTA’

 

I fotografi presenti in questa rassegna udinese, coinvolti sul tema della città, ne sono in effetti le sentinelle, oltre che i testimoni di questa realtà; essi controllano in immagine il messaggio dei segni urbani, durante l’inarrestabile mutazione culturale, e hanno aperto per noi cento fi­nestre sul visibile dell’esistenza.

Paolo Monti ci ha lasciato eredi di un emblematico Catalogo che, dopo Alinari, nessuno aveva osato affrontare in modo così esaustivo, dando un’informazione sul topos come bene cultura­le, che è pregnante di creatività; Gabriele Basilico ha compiuto una stimolante scoperta visiva dei fantasmi dell’archeologia industriale, e reinventa l’architettura di un luogo mai nato, che qualcuno ha chiamato post-moderno; Mario Cresci propone un’immensa città, dilatata nella luce abbacinante del Sud, di cui rimangono frammenti dimenticati, che la sua fotografia gioio­samente riscatta; Mario Giacomelli ha impresso una sua «piccola città», contadina fF periferi­ca, quasi un’isola lontana ma universale; Fulvio Roiter indirizza lo sguardo verso prospettive e colori di uno spazio felice, asettico, disinquinato dall’inquadratura; Gianni Berengo-Gardin preleva invece nell’atmosfera veneziana l’impronta grigia, angosciante di acque e umidori che salgono e si distendono alti lungo i muri; Cesare Leonardi raccoglie l’oggettività delle ombre che graffiano e tagliano le facciate della città borghese, di cui sono uno specchio indistruttibi­le; Mimmo Jodice rivela un’ignota fotogenia di Napoli, al di fuori del luogo comune, estraendo­ne e consacrando nuovi emblemi di una condi?:ione umana; Roberto Salbitani suggerisce l’esistenza di una città invasa dal segno effimero della pubblicità, e ne coglie il transito in una luce bassa che tutto unifica e coinvolge; Guido Guidi si sofferma e medita sui dettagli di uno spazio metafisico fatto a brandelli, in una città che si dissocia e scompare; Enzo e Raffaello Bassotto, in un’amorosa citazione strandiana, dialogano con i protagonisti di una città di peri­feria, censiti nel loro comportamento quotidiano; Enzo Selleria fa emergere la condizione me­ridionale, in immagini emblematiche e struggenti; Uliano Lucas osserva il quartiere dell’immi­grato e trova simboli inquietanti nella grafia degli involucri di cemento; Cesare Colombo coglie «à la sauvette», nel rituale cittadino, la consuetudine dei gesti, prima che si diluiscano e si annullino in quelli successivi; Carlo Gajani si specchia nello spettacolo del colore lucente dei grattacieli; Franco Fontana sottolinea luci, ombre, colori lontani, geometrici, perentori, come quelli di una galassia sconosciuta …

Queste immagini di città, proposte da un drappello di fotografi, assortiti per età cultura ideolo­gia, offrono tutt’assieme, come in un mosaico, una attendibile idea del nostro spazio esisten­ziale strutturato, che è un’ «immagine pubblica», direbbe ancora Lynch, in quanto «sovrappo­sizione di molte immagini individuali … », che si confrontano con la loro stimolante dialettica. 

 

Italo Zannier
Gennaio 1983

 

  • Paolo Monti
  • Gabriele Basilico
  • Enzo e Raffello Bassotto
  • Gianni Berengo Gardin
  • Mario Cresci
  • Cesare Colombo
  • Franco Fontana
  • Carlo Gaiani
  • Mario Giacomelli
  • Fulvio Roiter
  • Guido Guidi
  • Mimmo Jodice
  • Cesare Leonardi
  • Roberto Salbitani
  • Enzo Sellerio
  • Italo Zannier

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